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Pamela Prati e il caso Mark Caltagirone

Eliana Michelazzo: “Pamela Perricciolo mi disse che Mark Caltagirone era un pentito”

A due mesi dalla confessione resa a Live – Non è la D’Urso sul caso del matrimonio tra Pamela Prati e Mark Caltagirone, Eliana Michelazzo racconta a Fanpage.it di stare vivendo un momento complesso: solo pochi giorni fa avrebbe ricevuto una comunicazione che fa riferimento alla sospensione di una serie di pagamenti legati a questa storia raccontata in tv. E oggi denuncia: “Sono al limite, ho smesso di guadagnare”.
A cura di Stefania Rocco
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A due mesi dalla confessione resa a Live – Non è la D’Urso sul caso del matrimonio tra Pamela Prati e Mark Caltagirone, con particolare riferimento all’inesistenza di quest’ultimo, Eliana Michelazzo racconta a Fanpage.it di stare vivendo una situazione difficile. L’ex socia di Pamela Perricciolo annuncia che sarebbero stati sospesi alcuni dei pagamenti legati a questa storia in attesa che la sua posizione si chiarisca del tutto.

Hai raccontato su Instagram di avere ricevuto una mail che ti aveva destabilizzato, riferita sempre alla vicenda di Pamela Prati e Mark Caltagirone. Cos’è accaduto?

Ho stornato alcune delle fatture legate a questa storia, si parlava di truffa e mi sembrava corretto. A parte quello, però, ci sarebbero dovuti essere una serie di pagamenti che a oggi sono stati sospesi. Quei soldi li aspetto, mi servono per vivere. Mi sembra giusto che io sia pagata visto che ho perso il lavoro. Sono stata a Ibiza con 200 euro in tasca. Ho spese, scadenze. Mi sono ritrovata dal fatturare 100 mila euro l’anno a smettere completamente di guadagnare. Anche i partner con i quali la mia agenzia collaborava si sono ritirati. Hanno preferito smettere di lavorare con la Aicos.

Chi ha mandato quella mail e cosa diceva?

Non entrerò nei dettagli ma la mail diceva che la mia posizione non era chiara quindi i pagamenti sono sospesi. Se non fosse stato per me, si penserebbe ancora che Mark Caltagirone esiste. Non è carino che si sia creata questa situazione.

Veniamo a Simone Coppi. Per come la penso io, nel 2009 Pamela Perricciolo ti ha parlato di questo uomo: bello, ricco, con un lavoro importante e a te che venivi da una situazione economica non troppo solida, non sembrava vero. Inizialmente ci hai creduto, tanto da farti un tatuaggio con il nome di Simone. Poi, dopo qualche mese, hai scoperto che Coppi non esisteva. A quel punto la popolarità della quale godervi dopo Uomini e Donne era scemata. Ti restavano due strade: rompere con la Perricciolo e tornare indietro restando senza niente oppure continuare a stare in quella situazione, con l’agenzia e il nuovo stile di vita che avevi guadagnato. Credo che tu abbia scelto la seconda opzione.

Simone era bello, faceva un lavoro importante e sì, non mi sembrava vero, era il sogno di ogni donna. Ma ci ho creduto fino alla fine. Solo negli ultimi due anni (2018/2019 ndr) ho lasciato un pò andare la situazione. Ero stanca e mi sono buttata nel lavoro.

Eliana, tu non sei una sprovveduta. Dire che avevi capito di essere stata presa in giro ti avrebbe portata a rompere con Pamela e a tornare alla vita di prima. La tua forte popolarità ormai si era affievolita. A quel punto non ti restava che imboccare la strada più facile e andare avanti.

Magari fosse andata così. Con l’agenzia all’inizio ci ho solo rimesso. Abbiamo cominciato a ingranare quando abbiamo preso Emanuele Trimarchi e Anna Munafò. Poi ho le chat di tutti questi anni, come facevo ad averle?

La Perricciolo lo ha già chiarito, dice che quelle chat erano costruite per fare in modo che vi credessero anche all’esterno.

Per farlo credere a chi? Non c’era alcun motivo per inscenare botta e risposta per 10 anni.

Pamela dice che quelle chat non sono quotidiane, si tratterebbe di contatti sporadici.

Ne ho tantissime, è tutto sul mio telefono.

Perché dicevi ad Anna Munafò che incontravi Barbara D’Urso a casa sua per consolarla del fatto che Danny Coppi l’avesse lasciata? Capisco mentire per accreditare l’esistenza di Simone, ma perché mentire per far credere a un’altra donna che Danny esistesse?

Perché erano cose che mi raccontava lui. Anna si sentiva con Danny e per rassicurarla e farle capire che era tutto a posto, le dicevo certe cose. Le ca***te le ho fatte e dette pure io. Pamela e io ormai ci eravamo create una vita parallela.

A un certo punto, nel 2015, tutta la famiglia Coppi cambia cognome su Facebook, casualmente dopo che una donna denuncia di essere stata presa in giro. Il profilo Facebook di Ginevra Di Nepi (inesistente suocera di Eliana, ndr) prende il nome di "Stella Brilla", Hellen Coppi diventa "Hellen Roma", mentre Igor Coppi diventa "Igor Lazio" (altri membri della finta famiglia Coppi, ndr). Nemmeno in quel momento hai capito?

Mi avevano detto che erano stati costretti a cambiare cognome sui social per motivi di sicurezza, visto che vivevano sotto protezione.

Ti rendi conto che non è credibile?

Lo so, sono stata una stupida. Credevo a tutto quello che mi dicevano.

Dicevamo di questa denuncia del 2015. Mi risulta che in quell'occasione fosti interrogata e e che ti fu detto chiaramente che la famiglia Coppi non esisteva.

No, mi dissero che io risultavo nubile e in quel momento mi gelai. Durante l'interrogatorio non risposi alle domande, mi fu consigliato di fare così.

Ma ti dissero anche che Danny Coppi non esisteva.

Sì, mi dissero che Danny Coppi non si chiamava Danny Coppi ma io pensai che, visto che viveva sotto copertura e utilizzava un altro nome, era normale che l'ispettore pensasse che non esisteva alcun Danny.

Eliana, fosti interrogata dalla polizia. Ti pare non sapessero di un uomo tanto importante che viveva sotto copertura?

Non sono mai stata molto ferrata sull'argomento. Credevo a ciò che mi veniva raccontato dalla mia falsa famiglia.

Veniamo a Mark Caltagirone. Al di là di quello che è stato detto e del nome “Marco Calta”, che è chiaramente un nome di fantasia, a me risulta che un uomo ci sia davvero in questa storia e che gli servisse creare la notizia del matrimonio con Pamela Prati perché con una reputazione solida alle spalle avrebbe avuto accesso a una serie di investimenti che altrimenti gli sarebbero stati preclusi. È così?

Se fosse così, perché fare le stesse cose con Wanda Ferro? Io non c’entro e non so chi sia questa persona, sempre se c’è. Anch’io sapevo che Mark Caltagirone esisteva, ho i suoi messaggi.

A Verissimo giurasti di avere visto Mark Caltagirone e successivamente hai spiegato di averlo fatto perché lo avevi visto in un video girato in auto con Pamela Perricciolo. Quel video lo vedesti il 7 maggio scorso. Prima del 20 marzo, però, ricevesti una serie di foto dal profilo Instagram di Mark Caltagirone e in quelle foto "Mark" aveva la faccia di Marco Di Carlo. Come facesti a non accorgerti della differenza?

In realtà me ne ero accorta perché avevo visto foto di Mark Caltagirone con la faccia di Marco Di Carlo per due anni. Quando ho detto a Pamela Perricciolo che l'uomo in macchina con lei non era lo stesso che avevo visto io, mi ha risposto che Caltagirone era un pentito. Per questo motivo mi avevano mostrato delle foto di un uomo diverso.

E tu ci hai creduto?

Credevo a tutto quello che mi diceva Pamela.

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