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Flavio Briatore: “Nathan Falco? Dopo il collegio andrà a lavorare, non mi serve un laureato”

In una lunga intervista rilasciata al settimanale ‘Oggi’, Flavio Briatore ha parlato del futuro di Nathan Falco. L’imprenditore ha dichiarato di stare già insegnando al bambino l’importanza di un buon team e il valore della meritocrazia. Inoltre, ha spiegato che il figlio non frequenterà l’università. Ecco perché.
A cura di Daniela Seclì
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Flavio Briatore ha rilasciato un'intervista al settimanale ‘Oggi'. L'imprenditore ha parlato del rapporto con l'amatissimo figlio Nathan Falco, che nei giorni scorsi ha dovuto difendere dai leoni da tastiera. Il bambino, nato nel 2010, resta la priorità assoluta sua e dell'ex moglie Elisabetta Gregoraci: "Siamo due bravi genitori, focalizzati entrambi su nostro figlio. Restiamo una famiglia e Falco cresce sereno e amato".

Perché reputa l'università non necessaria

Flavio Briatore ha spiegato di aver pianificato le prossime tappe dell'educazione di Nathan Falco. Il bambino studierà in Svizzera. Dopo aver frequentato il liceo, poi, sarà il padre stesso a occuparsi della sua cultura. L'imprenditore, infatti, non reputa necessario che il figlio frequenti l'università. Ecco la sua motivazione:

"Falco sa che a 14 anni andrà in collegio in Svizzera a fare il liceo. Non può mica restare a Montecarlo a vita. Poi dopo il diploma verrà a lavorare con me. Se volesse fare l’università? Non ne vedo la ragione: sarò io a formarlo. Se uno ha una vocazione deve essere libero di assecondarla, ma a me non serve un laureato, mi serve uno che porti avanti quello che ho costruito: se mi serve un commercialista o un avvocato lo chiamo e gli pago la parcella".

Insegna al figlio il valore della meritocrazia

Infine, ha dichiarato che Nathan Falco sta imparando fin da piccolo l'importanza di un buon team. Flavio Briatore intende fargli comprendere che chi lavora con impegno e dedizione poi viene ripagato. In questo modo, spera di trasmettergli il valore della meritocrazia, che non ha nulla a che vedere con la fortuna:

"Lui si guarda intorno già adesso e capisce che c’è tanta gente che lavora con noi: sa che avrà una responsabilità anche lui. Io lo sto crescendo mostrandogli l’importanza di un buon team. Se lavori bene, vieni pagato molto bene, se non lo fai sei fuori. È meritocrazia e nulla di più…Non esiste la fortuna: esistono i sacrifici, l’impegno".

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