I legali di Nick Gordon: “Non ha ucciso Bobbi Kristina Brown, tentò di salvarla”
I risultati sull'autopsia di Bobbi Kristina Brown sono stati resi pubblici pochi giorni fa, a circa otto mesi dalla sua tragica morte. L'esame ha rivelato come la figlia di Witney Houston sia finita in coma a causa di un mix letale di droga, alcol e farmaci contro l'ansia (coma dalla quale non si è più risvagliata: Bobbi è morta mesi dopo, a luglio 2015), ma non è stato ancora chiarito se si è trattato di un decesso accidentale o provocato da un'azione criminale. Parla ora, per mezzo dei suoi legali, il compagno della ragazza Nick Gordon, ad oggi l'unico indagato.
Questa la dichiarazione degli avvocati Baez e Habachy:
La vita di Nick Gordon è stata scossa dal gennaio del 2015, quando ha perso l'amore della sua vita. Oltre a essergli stato vietato di far visita a Bobbi Kristina in ospedale negli ultimi sei mesi della sua vita, Nick viene pubblicamente umiliato da più di un anno. E per tutto questo tempo, la procura ha tentato di fare di Nick un assassino, nonostante ci siano chiare e convincenti prove del fatto che la morte di Bobbi Kristina non sia altro che un tragico incidente. La verità è che Nick ha cercato di salvare la vita di Bobbi Kristina. La verità è che Nick ha collaborato con le forze dell'ordine fin dal primo giorno. La verità è che nessuno amava Bobbi Kristina più di Nick e nessuno ha sofferto di più a causa della sua morte.
Le accuse contro Nick Gordon
Gordon e Bobbi Kristina erano sentimentalmente legati da circa tre anni: annunciarono la loro unione a ottobre 2012, nonostante lui fosse stato praticamente adottato da Whitney Houston quando aveva 12 anni. I due innamorati si definivano marito e moglie, ma in realtà non hanno mai celebrato nessuna cerimonia ufficiale. Ad agosto, Gordon è stato accusato di aver provocato la morte della ragazza: l'avrebbe picchiata a sangue prima di somministrarle un cocktail tossico e metterle la faccia nella vasca da bagno, azione che le avrebbe provocato danni cerebrali irreversibili. In quella stessa vasca da bagno, la Brown venne ritrovata esanime: un triste destino incredibilmente simile a quello della madre Whitney.
L'inchiesta penale sulla morte è tuttora in corso, ma neppure gli esami autoptici hanno dimostrato la presunta colpevolezza del fidanzato. Intanto, il team legale che assiste Gordon continua a dare battaglia: "Semplicemente, non c'è prova di alcun illecito. [La procura], in sostanza, ha contribuito a nutrire il delirio di calunnie da parte dei media su Nick Gordon".