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Kasia in Nepal per Taricone, sull’Himalaya le disse: “Facciamo qualcosa per questa gente”

Kasia Smutniak è tornata in Nepal per seguire da vicino il progetto della scuola da aprire nel ricordo di Pietro Taricone. Confessa che fu il guerriero a chiederglielo, durante un viaggio sull’Himalaya.
A cura di Stefania Rocco
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Il progetto di aprire una scuola in Nepal nel nome di Pietro Taricone prosegue. L’ex compagna Kasia Smutniak è recentemente tornata in Asia per portare avanti la battaglia cui si dedica anima e corpo da anni, quella di aiutare la popolazione indigena attraverso la Onlus che porta il nome del “Guerriero”. Pietro è il padre di sua figlia Sophie, scomparso in un incidente paracadutistico nel 2010, incidente cui Kasia assistette impotente. In un’intervista rilasciata a “Io Donna” Kasia confessa che fu proprio Pietro a chiederle di fare qualcosa per quelle persone tanto sfortunate. Lo fece in occasione di un viaggio che i due si concessero prima della morte dell’attore:

Sull’Himalaya mi disse: “Facciamo qualcosa per questa gente”. Il Nepal è un luogo pieno di luce e di bambini che fanno casino. Io vivo una vita un po’ sdoppiata. Qua ho il mio lavoro, che mi pace tantissimo, però è fatto di cose futili, i mondi che costruisco sono finti. Poi c’è la mia vita che è vera, poi ci sono io che mi sento vera quando sono là. Nessuno ha la minima idea di chi sia, non devo dimostrare nulla. Sono semplicemente Kasia.

In Nepal con lei anche la figlioletta Sophie. Non Leone, il figlio avuto Domenico Procacci, che è ancora troppo piccolo per affrontare un viaggio di questo tipo:

Sei una matta, mi dicevano, ma è giusto che i bambini sappiano. Era importante che capisse quanto ti segni il luogo dove nasci: in Europa è diverso che in Siria o in Nepal. I bambini accettano le cose con naturalezza, non hanno filtri, non giudicano.

La Smutniak trascorrerà le sue vacanze estive in Nepal, vacanze che dedicherà a completare i progetti della Onlus aperta nel nome di Taricone, in primis la scuola. È il modo che l’attrice ha scelto per ricordare il suo compagno scomparso ma mai dimenticato ed è nel suo ricordo che si batte perché i bambini del Nepal ottengano di poter utilizzare strutture che altrimenti sarebbero loro negate.

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