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Marcell Jacobs: “Non sono un buon padre per Jeremy, l’ho abbandonato come il mio fece con me”

“Il mio primo figlio, mi è capitato: ero un ragazzo e l’ho vissuto malissimo, come chi sta facendo una cosa per altruismo, ma controvoglia”, confessa il campione in un’intervista al Corriere della Sera. “Non vorrei essere st*onzo come è stato mio padre, ma alla fine sto facendo più o meno quello che ha fatto lui”, ammette Jacobs. “È una specie di tradizione di famiglia. Il primogenito deve sempre essere lasciato. Io dovrei spezzare il meccanismo, ma per ora non ci sono riuscito”.
A cura di Giulia Turco
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È un ritratto complesso quello di Marcell Jacobs nella sua vita privata. Lui, che è il più veloce del mondo dopo aver vinto l'oro ai 100 metri di Tokyo, si definisce un tipo da divano, che si alza tardi al mattino e divora caramelle. Nonostante i suoi 26 anni è un padre di famiglia, ha tre figli due dei quali avuti dalla fidanzata Nicole Daza, che sposerà il prossimo anno. È anche papà di Jeremy però, avuto dalla relazione finita con Renata Erika, della quale si è innamorato molto giovane. La mamma di Jeremy si è scagliata spesso contro il campione, accusandolo di non essersi mai occupato del piccolo, che oggi ha 7 anni. Jacobs, dal canto suo, non ha intenzione di smarcarsi dall'etichetta e ammette di non essere un buon padre per Jeremy. Alle spalle, una storia di abbandoni familiari e un rapporto complesso con il padre.

Il rapporto con suo figlio Jeremy

Jeremy Jacobs segue le orme del papà e si allena per diventare un campione come lui. Sogna di guadagnarsi la sua approvazione, il suo orgoglio, ma Jacobs senior ha ormai tagliato i ponti con la sua vita passata. "Stiamo ancora aspettando la sua chiamata da quando è rientrato da Tokyo", lamentava la sua ex via social subito dopo la vittoria alle Olimpiadi. "Jeremy, il mio primo figlio, mi è capitato: ero un ragazzo e l’ho vissuto malissimo, come chi sta facendo una cosa per altruismo, ma controvoglia", confessa il campione in un'intervista al Corriere della Sera. "Non vorrei essere stronzo come è stato mio padre, ma alla fine sostanzialmente sto facendo più o meno quello che ha fatto lui. Rispetto a Anthony e Megan, i bimbi che ho avuto da Nicole, con Jeremy non ho un legame forte perché non ci ho mai vissuto. Quando vado a Desenzano lo vedo, ma non sono un padre presente", ammette.

Il mio bisnonno ha abbandonato il nonno, mio nonno mio padre, lui me: è una specie di tradizione di famiglia. Il primogenito deve sempre essere lasciato. Io dovrei spezzare il meccanismo, ma per ora non ci sono riuscito.

(Jeremy Jacobs in una foto pubblicata su Instagram dalla mamma Renata Erika)
(Jeremy Jacobs in una foto pubblicata su Instagram dalla mamma Renata Erika)

Il rapporto con suo padre

Marcell Jacobs nasce a El Paso il 26 settembre 1994 da madre italiana, Viviana Masini, e padre texano, Lamont Jacobs, militare della Caserma Ederle a Vicenza. Quando il padre viene spedito in Corea del Sud, pochi giorni dopo la sua nascita, "aveva detto a mia madre: ‘Tu torna in Italia che io ti raggiungo', invece è sparito", racconta al Corriere. Così Jacobs cresce solo con la madre, con quale ha un rapporto viscerale. Quando inizia a gareggiare seriamente, incontra una mental coach che gli suggerisce di riallacciare il rapporto col padre, per poter dare il meglio: "«Sì, ciao, io non ce l’ho un padre». Ogni tanto mi mandava messaggi su Facebook, ma neanche gli rispondevo". Lo aveva visto una sola volta, ad Orlando nel 2008. "Non mi va di cercare mio padre solo per andare più forte in pista", ha ammesso. Da allora ha provato ad avere un contatto con lui via Facebook, ma nulla di sostanzioso. Lo inviterà comunque al suo matrimonio e pare che abbia accettato:

Abbiamo continuato a scriverci. Lo rivedrò l’anno prossimo perché l’ho invitato al mio matrimonio con Nicole… Certo, lui mi ha riconosciuto, ho il suo cognome e persino il suo nome, Lamont Marcell Jacobs, ma non ha mai dato un euro a mia madre e non si è mai fatto sentire.

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