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Il suicidio di Loren, figlio di Lory Del Santo

Lo strazio di Lory Del Santo ribalta ogni convinzione, nessuno giudichi una madre che soffre

Se Lory Del Santo avesse fatto l’impiegata, nessuno avrebbe osato puntarle contro il dito per la scelta di tornare a lavorare un mese dopo la perdita di un figlio. Con l’ex volto del Drive In è accaduto: per giorni è stata accusata di voler spettacolarizzare la sua tragedia. Adesso, la messa in onda della sua intervista a Verissimo, la fragilità arrivata agli spettatori a mezzo tubo catodico ha ribaltato ogni sentenza espressa. Il punto è che ci si sarebbe dovuti arrivare prima.
A cura di Stefania Rocco
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Se Lory Del Santo fosse stata un’impiegata, nessuno si sarebbe sognato di puntarle il dito contro perché tornata a lavorare un mese dopo avere perso un figlio. Se Lory non avesse lavorato in tv – il suo unico mezzo di sostentamento – nessuno avrebbe ravvisato in lei la volontà di sfruttare la più drammatica delle tragedie per guadagnare. Con l’ex volto del Drive In, invece, è accaduto. È accaduto che, prima che andasse in onda la sua intervista a Verissimo, quel dialogo intimo che ha lasciato scorgere nei segni sul suo viso la portata del suo dolore, ci si indignasse di fronte alla decisione di partecipare al Grande Fratello Vip. Con la messa in onda del suo racconto, Lory ha ribaltato ogni sentenza. Adesso è la solidarietà nei suoi confronti a prevalere sulla malafede, quel minimo di empatia che ha permesso allo spettatore di indossare per un attimo i panni dell’altro e poi chiudere gli occhi, scrollarsi di dosso quel senso di angoscia e volgere lo sguardo altrove.

A che titolo si giudica una madre che soffre? Chi stabilisce, e in quale misura, il decalogo perfetto del lutto? Chi si arroga il diritto di poter stabilire in che modo si sopravvive, sempre che ci si riesca mai, alla perdita di un figlio? Non si può, e vedere le sue lacrime in video, quel senso di dignità di chi deve rimettere insieme i pezzi e deve farlo perché a casa c’è un altro figlio che soffre, lo ha chiarito. “Vedi Silvia, ho scelto di farmi vedere perché a casa ho un altro figlio, un compagno che mi ama e una madre da accudire” ha ammesso sinceramente la showgirl. E ci sono tante altre cose cui Lory non ha dato voce. Mutui da onorare, studi da sostenere, cure mediche che vanno garantite. Ecco, il punto è che ci si sarebbe dovuti arrivare prima. Prima che i pusher di sentenze spargessero un altro po’ di quell’odio quotidiano cui i social fanno da filo conduttore.

Lory è una donna che nell’arco di 30 anni ha perso due dei suoi tre figli, entrambi in circostanze tragiche. Ha vissuto sulla sua pelle, e per ben due volte, il peggiore degli incubi, quello cui nessun genitore sogna di dare voce nemmeno nel più difficile dei giorni. La televisione è il pane di cui si nutre, l’affetto del pubblico un surrogato edulcorato di quanto le è stato strappato. Mettere un piede davanti all’altro, e poi tutti e due fuori dalla fossa: si chiama resilienza ed è l’unica caratteristica sulla quale fare leva quando a casa si ha un qualcuno di cui prendersi cura, un giovane uomo piegato da una perdita devastante. Fosse stato il figlio di una commessa non avrebbe dovuto leggere quanto sulla sua mamma spezzata è stato scritto.

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