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Grande Fratello 2019

Francesca De André arrogante e violenta, squalificarono Baye Dame per molto meno

Si fa fatica a comprendere quali dinamiche morali albergano tra i responsabili del Grande Fratello, perché le incandescenze e gli atteggiamenti aggressivi di Francesca De André hanno bisogno di un freno. Baye Dame fu messo alla gogna per molto meno e la nipote di Faber è troppo volgare e diseducativa anche per una tristissima gif animata. In tv, una come lei semplicemente non dovrebbe esserci.
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Si fa una certa fatica a comprendere quali siano le dinamiche morali che albergano tra i responsabili della produzione del Grande Fratello. Perché nell’assistere inermi alle incandescenze volgari di Francesca De André, in grado di variare il campionario degli insulti e degli atteggiamenti aggressivi con grandissima e notevole disinvoltura, quasi si sente la mancanza di Baye Dame, che fu messo alla gogna per molto meno.

Già, perché il “te sfonno” urlato faccia a faccia con Aida Nizar, quello che gli costò l'immagine, la credibilità e il posto nella casa del Grande Fratello, è forse molto ma non troppo in relazione agli epiteti lanciati in ordine sparso a questo giro: “scimmia”, “il culo te lo spacchi in un altro modo”, “lo brucio vivo” e così via. Non c’è momento in cui di Francesca De André non emergano modi sgradevoli, disturbanti e per niente edificanti. Francesca De André è un personaggio che in televisione semplicemente non dovrebbe esserci, o almeno non così.

E adesso, senza neanche stare a scomodare la sua famiglia, perché sarebbe troppo facile partire da come quel cognome così glorioso venga violentato ad ogni stridulo insulto e ad ogni vacua invettiva lanciata come dardo avvelenato, ci sentiamo di consigliare a Francesca De André semplicemente di trovare una dimensione alternativa alla televisione del trash. Perché forse è troppo anche per quella. Anche per entrare in una tristissima gif animata, c’è bisogno di un minimo codice morale ed etico, un codice che Francesca De André sta dimostrando di non conoscere.

Ci appelliamo quindi, un’ultima volta, alla moralità della produzione che, anno dopo anno, smentisce sempre se stessa, utilizzando due pesi e due misure solo per becere ragioni di audience. Ma la dignità dovrebbe valere sempre un po’ di più di un 14% di share. O no?

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