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Isola dei Famosi 2018

Naufraghi chiave già fuori e temi scottanti ignorati, la verità è che all’Isola non succede niente

La verità è che all’Isola dei famosi non succede niente. Quali sono i motivi del crollo del reality che, sulla carta, sarebbe dovuto essere uno tra i più visti di quest’annata Mediaset. E che, invece, a sole 4 puntate dall’inizio, sembra avere già esaurito quello che al pubblico doveva essere dato.
A cura di Stefania Rocco
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Chi guarda l’Isola dei famosi lo fa per un motivo preciso, e questo motivo non è certo assistere al viaggio interiore che i protagonisti del reality affermano sistematicamente di voler fare a inizio gioco. La parola chiave è una, e Mediaset dovrebbe saperlo bene. Gli spettatori chiedono a gran voce inciuci, liti in diretta e storie di passione vissute all’ombra delle palme honduregne: in una parola “spettacolo”. L’Isola, arrivata alla quarta puntata, sembra avere già esaurito gli argomenti a disposizione. Non perché non ce ne fossero, ma perché quelli che c’erano, diciamocelo pure, sono stati affrontati con il pudore che si riserva a contenitori di altro tipo. Contenitori che, per natura stessa del format, non si avvicinano a quello che ci si aspetta di vedere all’Isola.

I daytime sono lenti: solo cocchi e pesche solitarie

Provate a guardare un daytime, magari la versione estesa che va in onda su Mediaset Extra a partire dalle 20.30. Vi accorgerete immediatamente che il problema sta nell’inerzia: all’Isola, purtroppo, non succede niente. I cameraman che dovrebbero riprendere le gesta dei protagonisti di questa edizione sono costretti a fermarsi a lungo su inquadrature neutrali, cocchi raccolti (l’apoteosi del divertimento è trovarne uno marcio, si immagini il resto) e pesche solitarie. C’è chi prende il sole, chi si lamenta del poco cibo, chi cerca di pescare. Manca, però, il motore vero di un programma come questo: il gossip. Se i naufraghi stanno parlando tra loro, magari di un argomento interessante, si separano alla vista lontana di una telecamera, spesso esibendo solo un silenzio imbarazzato che dimostra il repentino cambiamento di discorso. Qualcuno, ed è capitato in più di un’occasione, alla vista di una telecamera ha perfino ammesso: “Basta, non ne voglio parlare. Sono arrivate le telecamere”. Andava spiegato loro, a monte, che da un format di questo tipo non ci si aspetta questo: è la chiacchiera selvaggia che fa il successo di un reality, non quel silenzio politicamente corretto e terribilmente noioso.

Ignorati i temi scottanti (benché il pubblico li invochi)

E pensare, che volendo dare un giudizio a quest’Isola basandoci solo sulle prime due puntate, ce n’erano di argomenti che, sulla carta, avrebbero potuto tenere banco nel corso delle puntate. Basti pensare al caso che ha visto contrapposti Eva Henger e Francesco Monte. Se i naufraghi ne avessero parlato tra loro e quelle immagini fossero andate in onda, se ne sarebbe potuto parlare per settimane. Se ne parla ovunque nelle trasmissioni che fanno da satellite all’Isola dei famosi. Perfino Striscia la notizia, che ha fiutato il potenziale di questa storia, ci si è gettata addosso famelica. Se ne parla ovunque, e anche in fascia protetta, meno che all’Isola stessa. È probabile, quindi, che i naufraghi abbiano ricevuto l’ordine di non parlarne tra loro e, se qualche confessionale c’è stato, non è stato mandato in onda. “Non se ne poteva parlare in diretta” spiega sui social la conduttrice Alessia Marcuzzi, eppure se ne parla in diretta in qualsiasi altro salotto televisivo, meno che in quello principale. Uno spreco, considerato che altre trasmissioni, sul tema, stanno tirando fuori numeri più che decenti.

Tempi dilatati male, per le nomination (con liti) non c’è tempo

Un altro aspetto da considerare – ma andava fatto prima, non in diretta affidandosi a un’improvvisazione della padrona di casa – sono i tempi dilatati male, malissimo. Si perdono minuti preziosi di diretta per affrontare tematiche inesistenti e dal poco potenziale, per poi correre quando è il momento delle nomination, accontentandosi di motivazioni poco credibili e spesso buoniste. Non c’è pungolo nei confronti dei concorrenti, nessuno che li inviti ad abbassare la maschera. Anzi, quando questo avviene, i toni vengono smorzati. “Questo non è il GF Vip” sottolinea sempre la Marcuzzi. Ce ne eravamo accorti: in quella sede, nessuna domanda scomoda è stata ignorata per passare ad altro, raffazzonando un contenuto privo di valore specifico dietro l’altro. Ieri, nel corso della quarta puntata, Paola Di Benedetto ha commentato il videomessaggio di Francesco Monte con un insignificante: “Lo saluto, un bacio”. Nessuno che le abbia chiesto: “Tutto qui?”, nessuno che le abbia posto una domanda che poteva fare da aggancio per una risposta interessante, nessuno, ancora una volta, che l’abbia informata che in Italia c’è un ex fidanzato che sta facendo il giro di trasmissioni e riviste per raccontare il loro amore perduto. Nessuno, infine, che abbia messo questi naufraghi di fronte al fatto che, in un reality, il pubblico brama di scavare nella vita privata dei protagonisti. Un osso lanciato non deve andare ignorato come se il concorrente nulla dovesse alla trasmissione. Non è così che si confeziona un successo.

Non basta una cassa in Palapa per fare un’Isola alla Lost

È il secondo anno consecutivo che Alessia Marcuzzi, nel corso della conferenza stampa, promette al pubblico che sarà “un’Isola alla Lost” (la celeberrima serie tv). Per il secondo anno, questa promessa si è rivelata nulla. Qualcuno informi la produzione che non basta una cassa misteriosa posizionata in Palapa – e che semplicemente contiene il premio di una prova ricompensa – per avvicinarsi anche solo a kilometri dal pathos che il riferimento a una serie di questo tipo porta con sé. Eppure gli elementi per fare bene c’erano tutti: ci sono isolette deserte a poca distanza l’una dall’altra, la storia del fantasma misterioso a cavallo, notti così buie che favorirebbero l’organizzazione di un espediente a tema misterioso in piena regola. Basterebbe anche solo giocare un po’ con l’acustica per mettere il pepe a questa Isola. Invece niente: perfino il “fantasma” di questa edizione (Simone Barbato, che avrebbe dovuto vivere senza essere scoperto dagli altri naufraghi e rubare loro il cibo) è andato sprecato, scoperto dal gruppo senza che nemmeno avesse osato avvicinarsi al loro accampamento per rubare un chicco di riso. Ecco, bastava creargli un nascondiglio, dotarlo di qualche telecamera e permettergli di giocare un’Isola nell’Isola. Avrebbe potuto spiare gli altri, organizzando scherzi ai loro danni con la complicità della produzione, rompere gli schemi in qualsiasi altro modo per far impazzire i concorrenti, spegnergli il fuoco, sotterrare i pochi averi di cui dispongono. Avrebbe potuto disturbare e creare scompiglio. Non è andata così: è finito nel gruppo dei Peor e dritto in nomination a pochi giorni dal suo arrivo in Honduras. Altra occasione sprecata in un’Isola alla Lost che si è rivelata essere quella che è, uno specchietto per le allodole che non si è nemmeno tentato di confezionare decentemente.

I naufraghi chiave di quest’edizione sono già fuori

Un altro elemento, e visti i precedenti è possibile che sia meritato, è da ricercare nella sfortuna. I concorrenti che, sulla carta, avrebbero potuto apportare a quest’Isola la necessaria quota trash sono già fuori. Eva Henger è stata eliminata, Nadia Rinaldi pure, così come Cecilia Capriotti. Francesco Monte, lo spreco maggiore, è stato costretto a ritirarsi. Sfortuna? Forse no, bastava tentare di prevedere il comportamento del pubblico. Gli spettatori, è noto, tendono a buttare fuori i personaggi potenzialmente più discussi, quelli scomodi, per ripicca nei loro confronti. Bastava studiare uno schema che, almeno all’inizio, li mettesse al riparo da eventuali eliminazioni premature. Al Grande Fratello, ad esempio, è possibile effettuare la propria nomination solo all’interno di una rosa ridotta di candidati, scelti dal pubblico. Si fosse usato qui il medesimo espediente, forse personaggi come la Henger e la Rinaldi sarebbero ancora in gara. Anche qui, però, è stato lasciato tutto al caso. E il caso si è ritorto contro la trasmissione che, nella puntata del 13 febbraio, è scesa per la prima volta sotto i 4 milioni di spettatori con il pubblico che sui social lamentava la troppa noia. Forse è il caso di studiare un piano di emergenza e correre ai ripari perché, se il tiro non viene corretto, quest’anno l’Isola potrebbe essere già finita.

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